giovedì 2 luglio 2015

ENFITEUSI PERPETUA: QUANTO SIA GIUSTO E SE PAGARE??



Domenica scorsa, presso la chiesetta di San Francesco (c.da Sardella), si è tenuto un incontro organizzato dal Comitato No Enfiteusi al fine di informare e raccogliere documentazione sul problema dei canoni enfiteutici che sta interessando sempre più cittadini. 

Gli attivisti del meetup Latiano5stelle hanno accolto fin da subito - già dal mese di Marzo scorso - l’importante azione di coordinamento e sensibilizzazione che il comitato, con il suo portavoce Tonino Chirico, sta svolgendo da diversi anni. 
Pertanto abbiamo deciso di continuare con loro, questa importante battaglia, che sta interessando, solo per il momento, centinaia di cittadini (i numeri sono destinati a crescere) e migliaia di ettari di terreno.

Prima di iniziare a raccontare quanto emerso dalla riunione, spieghiamo in breve due concetti per una buona comprensione di questo articolo:
ENFITEUSI PERPETUA: è un diritto reale di godimento, secondo il quale, il titolare (contadino-enfiteuta) ha la facoltà di godimento pieno su un fondo di proprietà altrui, ma per contro deve migliorare il fondo stesso e pagare al proprietario (concedente) un canone annuo, in denaro o in derrate, a vita.
L’enfiteusi perpetua si tramanda da generazione in generazione. 
Gli eredi dei concedenti continueranno a riscuotere il canone dagli eredi dei contadini. 

DIRITTO DI AFFRANCAZIONE: Il contadino (enfiteuta) può acquisire la piena proprietà del terreno, pagando  al concedente un’importo pari a 15 canoni annuali.
L’enfiteusi è un rapporto di antichissima istituzione (periodo feudale) e la riscossione del canone annuo si è esteso fino agli anni ’60 per poi essere gradualmente abbandonata dai concedenti, poiché la somma versata dal contadino era  diventanta, nel contempo, esigua (200/300 lire annue).

Cosa sta succedendo oggi?

In Puglia, ma in particolare nelle campagne del brindisino, un erede di un vecchio concedente di San Vito dei N. (che ha proprietà distribute soprattutto nei territori di Latiano e San Michele S.no) ha ripreso a chiedere - da qualche anno-  il pagamento del canone, per cifre (secondo noi assurde) che si aggirano intorno ai 500€ per ettaro. Il canone è stato calcolato dal concedente – o chi per lui - sulla base del valore attuale del terreno.

Diversi cittadini di Latiano e San Michele S.no si sono ritrovati quindi, da un giorno all’altro, nella loro cassetta della posta, una lettera contenente l’ingiunzione di pagamento del canone, inviato dal succitato concedente.
Nei casi peggiori, per gli enfiteuti che hanno già perso la causa con il Giudice di Pace, l’ingiuzione è stata accompagnata dal blocco di un quinto della pensione
Il numero dei chiamati in giudizio tenderà sicuramente a crescere nei prossimi mesi.

Nel frattempo ci siamo posti alcune domande:

Quanto sia lecita e morale l’esistenza di questa antica istituzione?
E’ giusto chiedere un canone calcolato sul valore attuale del terreno e non sul valore originario? 
Basti ricordare che molti terreni con vincolo enfiteutico, erano (diversi secoli fa) incolti; tutte le migliorie e le successive coltivazioni (uliveti e vigneti per la maggior parte), sono state apportate dagli attuali enfiteuti e dai loro “padri”. Il costante lavoro, ha portato, dunque, all’aumento del valore attuale del fondo.

Affinchè si trovi una soluzione definitiva al problema, il gruppo degli attivisti di Latiano5stelle darà il massimo contributo per tenere costantemente accesi i “riflettori” sul caso; intanto stiamo già lavorando per segnalare il caso alle più alte istituzioni.
Visto l’elevato numero di latianesi coinvolti nella vicenda, ci auguriamo che il neo eletto Sindaco Maiorano prenda in seria considerazione la questione, convocando, magari, una conferenza con i sindaci dei comuni brindisini interessati dall’enfiteusi perpetua. 







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