Nei giorni antecedenti la
settimana Santa, sulla piazza virtuale dei social, si è scatenato un certo
malcontento di numerosissimi cittadini latianesi, i quali hanno contestato lo
scempio perpetrato ai danni di uno degli edifici (simbolo) storici del paese: Palazzo Imperiali.
A dare adito al dibattito è
stata la realizzazione di “un vano
ascensore di 18 metri e rivestito di tufo bianco, sul retro della struttura,
probabilmente del XII secolo” così come riportato perfino dal “Il Fatto
Quotidiano”, tra le principali testate giornalistiche nazionali.
Il vano realizzato - un pugno nell’occhio rispetto l’assetto
planimetrico dell’edificio, costato all’incirca 53 mila euro – dovrebbe garantire l’accesso ai cittadini al nuovo
ambiente realizzato al di sopra della sala Flora; ma è qui che viene il bello.
Seppur già presente una scala non a norma all’interno della struttura,
nonostante la realizzazione dell’inutile ascensore, il neo piano realizzato su
Palazzo Imperiali resta impraticabile poiché, in caso di sfortunati eventi, le
persone che si trovassero al piano alto resterebbero praticamente bloccate
senza una via di fuga.
A Latiano però, essere
recidivi non crea un precedente o una memoria storica, quantomeno in chi ci
amministra. Correva l’anno 2009 quando la stessa ed identica sorte è spettata
ad un altro simbolo architettonico della nostra cittadina, la Torre del Solise. Anche in quel caso,
stessa storia: restauro del primo piano, costruzione di una torre con
ascensore, inagibilità del primo piano poiché non implementato di uscite di
sicurezza alternative.
Se tutto questo ha
dell’assurdo, con una ricaduta d’immagine negativa per la nostra comunità, ancora
più irragionevole è la risposta pubblicata dall’amministrazione latianese sul caso.
L’amministrazione Maiorano,
con il solito comunicato stampa “democristiano” (che dice tutto e nulla), ci
rende noto che “per rendere completamente
fruibile tale ambiente, inoltre dovrebbe essere necessario, ai fini della
sicurezza, realizzare una via di fuga alternativa” quando invece la legge
non impone il condizionale e l’avvocato Maiorano “dovrebbe” saperlo.
L’apice dell’ambiguità si
raggiunge nel momento in cui si legge che “l’amministrazione comunale è
disponibile ad aprire una fase di riflessione aperta al contributo di tutti i
cittadini” ma allo stesso tempo la rende inutile, ritenendo che sia necessaria
soltanto una finitura di completamento per garantire un’uniformità
dell’intervento all’intero palazzo. La volontà di preservare il vano ascensore
si evince inoltre dall’attualissima determina N. 204 del 05-04-2016, in cui si
stanziano ulteriori 1.015,04€ per il collaudo statico della struttura, attraverso un incarico
esterno.
Noi del gruppo Latiano5Stelle riteniamo invece che il
vano ascensore vada completamente abbattuto per i motivi su citati e che i
problemi di accessibilità potrebbero essere risolti spostando l’archivio della
biblioteca nel nuovo piano realizzato, consentendo così l’accesso esclusivamente
al personale autorizzato.
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